
Dopo la bruttissima sconfitta in Norvegia della Nazionale Italiana, serve una rivoluzione totale del mondo del calcio.
Il rischio di non qualificarsi per la terza volta consecutiva ai prossimi mondiali di calcio è davvero concreta. Lo spauracchio Norvegia, squadra di discreto livello ha fatto male alla banda Spalletti. Un 3 a 0 netto e senza discussioni.
Le responsabilità di Spalletti sono comunque evidenti, a partire dalla gestione di Acerbi. Il tecnico toscano non è in grado evidentemente di gestire un gruppo come quello della Nazionale. Fare il selezionatore è infatti completamente diverso rispetto allenare un club di calcio.
Disastro Europeo
Il disastro però era già ampiamente annunciato. Spalletti avrebbe già dovuto dimettersi dopo il disastroso Campionato Europeo. La gestione del gruppo e della tattica di gioco assolutamente inadeguata soprattutto nel modulo.
Con il blocco Inter abituato alla difesa a 3 giocare a 4 aveva evidenziato tutti i limiti e le carenze tattiche di una squadra modesta per non dire scarsa.
Incaponirsi su un sistema di gioco che era evidente e sotto gli occhi di tutti non adeguato è stato il primo grosso errore. La gestione poi del gruppo ne ha dato il colpo di grazia finale.
Ma le colpe non sono tutte di Spalletti sia chiaro. La triste ed amara verità è che il materiale umano a disposizione del CT è di livello mediocre. Non esistono più i famosi “blocchi” di calciatori che davano un’ossatura alla Nazionale.
Si guardi alla Serie A per comprendere perfettamente la situazione. La stessa Juve che forniva proprio lo zoccolo duro agli azzurri non ha praticamente più giocatori italiani in rosa e quelli che ha sono tecnicamente modesti.
Gravina doveva dimettersi
Le colpe principali sono però del Presidente Gravina che non ha saputo o non ha avuto il coraggio di riformare il calcio italiano.
Già dopo la prima mancata qualificazione ai Mondiali il Dirigente Azzurro doveva dimettersi senza se e senza ma. Troppi giocatori non italiani e per giunta di scarsa qualità, ma il vero problema viene dai settori giovanili zeppi di stranieri.
Ecco da dove viene il problema, i settori giovanili lasciati allo sbando e con pochissimi investimenti (salvo rare eccezioni).
Si abbia il coraggio di introdurre delle regole che favoriscano i vivai con giocatori utili alla causa azzurra. La stessa Under 21 che nel passato aveva sfornato futuri Campioni del Mondo, è oggi una squadra di seconda fascia.
Pare chiaro a tutti a questo punto che Gravina non sia in grado di riformare il sistema calcistico italiano e che Luciano Spalletti non sia la persona giusta per portare avanti la Nazionale Italiana. L’intervista di ieri sera ha fatto ben capire l’umore del CT toscano.
Serve un progetto nuovo con nuove idee e con la consapevolezza che serviranno non meno di 10 anni per vedere i primi veri risultati.
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