
Dopo la sconcertante eliminazione di ieri sera in Coppa Italia della Juve contro le riserve dell’Empoli, sale la rabbia tra i tifosi.
80 milioni di costo cartellino e 12 milioni netti di ingaggio all’anno (leggasi 24 milioni lordi), questa la sintesi di anni scellerati e di scelte totalmente sbagliate in casa Juve.
Intendiamoci, Dusan Vlahoviç non è l’unico colpevole di un disastro che ormai perdura da tanto, troppo tempo in casa bianconera ma che inesorabilmente fa capire la situazione confusionaria.
Poche idee e ben confuse, così titolavamo solo pochi giorni fa ai margini dell’eliminazione dalla Champions contro avversari non propriamente tremendi.
Ma perché si è arrivati a tanto? E siamo proprio sicuri che tutte le colpe degli scorsi anni fossero di Max Allegri che con un budget meno importante ottenne risultati migliori?
Allegri Out
Max fu richiamato da Andrea Agnelli dopo anni di successi e record frantumati e di ricostruzione che con Sarri prima e Pirlo poi ha comunque portato ad una rivoluzione.
Sono stati gli anni di Cristiano Ronaldo e di un dissesto finanziario che costa 250 milioni di Euro ogni anno.
Proprio questo il problema, John Elkann non è di fatto un Agnelli e non ha la stessa passione che ebbe suo nonno.
La famiglia Elkann deve ricapitalizzare ogni anno per coprire il lascito che fu di Andrea Agnelli e del Covid, un miliardo di Euro spesi in 4 anni solo a copertura dei debiti.
Proprio il ritorno di Max sulla panchina ha ridato un barlume di luce con una squadra mai all’altezza ma almeno con un’anima ed un”identità precisa. Una Coppa Italia vinta l’anno scorso ed un campionato combattuto fino alla sfida di San Siro punto a punto.
Un rapporto con Cristiano Giuntoli mai sopportato ed anzi a dir poco freddo. Nonostante ciò Allegri con la Juve portò degli onesti pedalatori e con poca qualità ad ottenere dei buoni risultati.
Motta confuso
Il Bologna si può dire tranquillamente è stata la grande sorpresa dello scorso campionato, culminato con la qualificazione in Champions.
Ma la Juve non è il Bologna con tutto rispetto ed il peso della maglia e dell’ambiente ha un fattore e peso ben diverso.
Arrivato in pompa magna come l’allenatore emergente ed innovativo, a Torino sta trovando non poche difficoltà. Le sue responsabilità sono evidenti e sotto gli occhi di tutti. La prima non aver dato un’identità precisa e considerare la Juve come una squadra qualsiasi.
No la Juve non è una squadra qualsiasi ma quella dove vincere è l’unica cosa che conta e dove la juventinità un fattore assoluto.
Ben 8 capitani cambiati ne certificano la confusione mentale, l’addio di Danilo la certificazione di un cambio di mentalità pericoloso.
Un’addio al veleno di quello che è stato l’ultimo vero capitano, l’ultima goccia di juventinità. Boniperti, Sivori, Baggio, Scirea, Conte, Del Piero questi solo alcuni degli esempi di cosa fosse lo spirito Juve.
Uomini prima di tutto e che ben rappresentavano la Juve, capitani unici. Ecco oggi nella rosa non c’è più nessuno che possa rappresentare quello spirito.
Una Dirigenza inadeguata
Giovanni Agnelli, Edoardo ed Andrea poi, sono stati prima di tutto tifosi e poi dirigenti. Quanto manca l’avvocato a tutto l’ambiente, lui che era attento al bilancio ma in grado di portare i migliori giocatori al mondo.
E’ innegabile che l’ultimo grande dirigente sia stato Beppe Marotta e coincidenza vuole che il declino bianconero coincida con la sua uscita.
Fabio Paratici prima e Cristiano Giuntoli adesso non hanno portato valore aggiunto alla Juve. Il budget messo a disposizione a quest’ultimo è stato tra i più importanti in Europa ma non hanno portato nulla in termini di qualità e risultati.
Anzi la Juve è peggiorata rispetto all’anno scorso sia in campionato che in Coppa Italia. Acquisti strapagati e poco funzionali ed una lacuna evidente in attacco, questa la colpa principale di Giuntoli. La gestione di Motta peraltro di Vlahoviç ha sminuito il valore del cartellino.
L’ex Ds del Napoli dovrà oltremodo gestire una grana non da poco quest’estate per provare a vendere il serbo senza fare una grossa minusvalenza. Vlahoviç ha già comunicato che non rinnoverà il contratto ed andrà in scadenza a giugno 2026 ecco perché si proverà a venderlo quest’estate.
Il problema è che sul giocatore di offerte non ne sono mai arrivate e difficilmente ne arriveranno a quelle condizioni ben sapendo di poterlo prendere a parametro zero a gennaio.
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