
Dopo la conferma di Gennaro Gattuso alla guida della Nazionale Italiana ci si chiede se sia lui l’uomo scelto o solamente l’unico rimasto.
L’unica cosa certa che possiamo dire è che il Presidente Gravina è ancora saldamente ancorato alla poltrona della Federcalcio.
Ma perché Gattuso? Semplice, era l’ultimo rimasto dopo una serie di rifiuti per primo quello di Claudio Ranieri. Il compito di Gattuso è chiaro, fare da parafulmine ad una gruppo dirigente disastroso per scelte e gestione.
Gattuso Mondiale
Gravina punta tutto sullo spirito Mondiale 2006 riesumando le ormai “vecchie glorie” della vittoriosa spedizione tedesca. Ringhio troverà in Nazionale il suo compagno Buffon insieme a Zambrotta e Bonucci nel tentativo di rianimare uno spirito perduto.
Proprio questo il problema, non aver forse compreso che a mancare non è la volontà ma semplicemente la tecnica ed il talento. L’ex allenatore dell’Olympique Marsiglia dovrà tentare un vero e proprio miracolo ma il materiale a disposizione è modesto.
Ciò che serviva era una rivoluzione totale del sistema calcio partendo dalle giovanili. Nelle scuole calcio non si insegna più la tecnica puntando fin dai primi momenti alla ripartenza dal basso. Mancano i talenti perché viene “tarpata” la fantasia semplicemente.
Il famoso “numero 10” cui l’Italia sfornava talenti a ripetizione, dai Valentino Mazzola ai Rivera passando per Baggio, Zola e ultimi i Del Piero e Totti non ci sono più.
Il parafulmine perfetto
Come nelle migliori tradizioni italiche le dimissioni dalle poltrone sono cosa rara per non dire eccezionale. Anche in Federcalcio non fa eccezione con il Presidente Gravina che avrebbe dovuto dimettersi già 4 anni fa dopo il disastro contro la Macedonia del Nord.
Nel migliore degli scarica barile la responsabilità dei fallimenti azzurri non è quindi di un gruppo dirigenti vecchio ed obsoleto ma dei selezionatori di turno. Mancini prima e Spalletti poi i perfetti capri espiatori.
Intendiamoci le colpe sono anche del tecnico toscano, reo di aver voluto a tutti i costi forzare modulo ed interpreti in compiti non loro.
Gattuso arriva dopo una serie di rifiuti clamorosi, il primo su tutti di Claudio Ranieri, il suo compito praticamente impossibile. Quello che proverà a trasmettere la sua grinta, quella sì unica.
Anche l’Under 21 storicamente fucina di talenti e sempre tra i primi 4 posti europei naviga a vista e di talenti manco l’ombra. L’unico “fenomeno” vero a disposizione del CT Azzurro il portiere, il resto onesti pedalatori senza grossi mezzi.
Troppo poco per poter sperare di venirne fuori in tempi rapidi. Si abbia il coraggio allora di prendere esempio della Federazione tedesca con una rivoluzione vera delle norme interne.
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