
Si chiude a Miami l’ennesima gara deludente delle Ferrari con un distacco abissale, ennesima stagione che sa di fallimento totale.
57 secondi il distacco rimediato dalla vettura numero 16 dalle “Papaya” di Piastri e Norris. Ma se tutto ciò non bastasse, a condire il fallimento totale di un progetto nato con ben altre ambizioni si sono aggiunti i battibecchi tra i piloti e gli ingegneri.
Imbarazzo totale quello in casa Ferrari figlio di una “Guerra tra Poveri” con la lotta per una settima ed ottava posizione. Tanti i motivi di delusione ed amarezza tra i tifosi partiti carichi e con ben altre aspettative.
Entusiasmo mai ripagato però a dovere da un team che pare allo sbando totale e che andrebbe cambiato totalmente fin dai vertici a partire dal CEO Vigna.
Progetto già finito in casa Ferrari?
Pare evidente che la stagione 2025 sia già destinata al fallimento totale. La macchina non va, con evidenti lacune in tutte le aree. Una macchina difficile da guidare per entrambe i piloti che lamentano scarsa efficienza aerodinamica ma anche scarsa guidabilità.
C’è da chiedersi piuttosto perché stravolgere un auto quella dell’anno scorso, che pareva competitiva ed anzi a tratti superiore alle Mc Laren.
Il Team di Woking infatti ha semplicemente migliorato una vettura performante, diventando di gran lunga la monoposto migliore nel Circus.
L’arrivo di Serra a Maranello non può aver inciso sulla scelta perché il francese è atterrato in Italia finito lo scorso mondiale. Allora di chi è la responsabilità delle scelte fatte?
La domanda che ci si pone però è se ne valga la pena continuare a sviluppare una monoposto completamente sbagliata o puntare nuovamente sull’anno prossimo con il cambio dei regolamenti.
Il problema sta proprio lì però. Ogni anno è sempre la stessa storia e cioè che ogni anno si punta al prossimo dietro proclami roboanti.
Umiliazione continua
Anche il Gran Premio di ieri è stata un’umiliazione continua per i colori del cavallino rampante. Una caporetto assoluta nonostante i rasserenamenti del Team Principal su un progetto a suo dire buono.
La fotografia della disfatta però sta tutta nel “duello” tra La Ferrari numero 44 e la Haas di Esteban Ocon (leggasi Haas). Il Re Nero non è mai riuscito ad attaccare la vettura del team statunitense rimanendo dietro per tantissimo tempo e superata solo dopo estenuanti giri.
A completare il quadro fosco ci hanno pensato le Williams finite davanti con Albon e con Sainz di gran lunga più veloce rispetto alle due Ferrari.
Insomma pensare che un progetto sia buono dopo una serie di Gran Premi dove il risultato migliore è stato un terzo posto francamente ci sembra un pò eccessivo.
Veder battibeccare i due piloti con il muretto per un sesto e settimo posto fa ben capire la situazione imbarazzante del team di Maranello.
A questo punto serve una rivoluzione completa fin dai vertici, Vigna non pare essere in grado di gestire un Team che ha fatto ed è la storia della Formula Uno.
Lo schiaffo preso anche da Adrian Newey lo scorso anno deve far riflettere, oltre che su alcune decisioni francamente incomprensibili.
L’arrivo di Lewis Hamilton con un ingaggio da superstar (come giusto per un 7 volte campione del mondo) doveva dare una scossa ad un gruppo di lavoro abituato ad altre metodologie.
I team radio di ieri però hanno denotato tutto il nervosismo e frustrazione di 2 piloti che meriterebbero ben altre vetture rispetto alla “carriola” vista a Miami.
Ad Imola verranno portati degli aggiornamenti ma Barcellona sarà la data cruciale per capire se continuare a sviluppare o abbandonare di già un progetto fin qui fallimentare, l’ennesimo.
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